domenica 2 aprile 2017

Sky Economia: Gennaro Zezza sulla Moneta Fiscale

Video del 31 marzo 2017: intervista che riassume il tema Moneta Fiscale, mettendolo tra l’altro a confronto con i Certificati di Credito Fiscale.


Su questo ultimo punto: io ho sempre considerato i termini – MF e CCF – intercambiabili, in quanto sono variazioni su un medesimo concetto.

Gennaro introduce al contrario una chiara distinzione: fa riferimento alla MF come strumento di pagamento circolante, e al CCF come titolo di Stato. E in effetti il CCF è un titolo di Stato: non di debito, ma comunque emesso dallo Stato e accettato due anni dopo l’emissione per ridurre pagamenti per tasse, imposte ecc.

La proposta CCF è nata appunto in questi ultimi termini. Associare al CCF uno strumento di pagamento elettronico e farne un mezzo di scambio usato nella quotidianità è peraltro possibile e senz’altro opportuno, specialmente per la quota di allocazioni che andrà a persone non particolarmente esperte nell’impiego di strumento finanziari. Se ne parlava per esempio qui. Questo trasforma il CCF in MF.

L’altra cosa che a Zezza appare opportuna è che la Moneta Fiscale sia utilizzabile subito (subito, s’intende, per ridurre pagamenti di tasse, fermo restando che in ogni variante il CCF / MF è spendibile immediatamente nella misura in cui viene accettata dagli operatori commerciali). Senza il differimento di due anni proposto per i CCF, in altri termini.

Qui però c’è il problema che se tutta la Moneta Fiscale emessa va immediatamente a ridurre pagamenti all’erario, la manovra equivale a un’immediata creazione di deficit. Per risolvere questo problema Gennaro ha in mente, mi sembra, che l’utilizzo immediato come sconto fiscale sia possibile ma solo in parte (ad esempio consentendo di ridurre – mediante Moneta Fiscale - pagamenti per IVA, imposte dirette, contributi ma solo fino a un massimo poniamo del 20% della somma lorda dovuta in occasione di ogni singolo pagamento).

Il punto è da approfondire. Comunque sono varianti tecniche importanti ma che non mettono in dubbio le grandi potenzialità del progetto. Che, finalmente, ha fatto un salto di qualità nel dibattito politico.


6 commenti:

  1. Anche a mio parere la moneta deve poter essere utilizzata subito. Ma non per il pagamento di imposte. Deve poter essere utilizzata subito per il pagamento di beni e servizi sul mercato interno. Specialmente se questi prodotti e servizi sono nuovi, ovvero non sarebbero altrimenti disponibili se non ci fosse la nuova moneta. E questo perche' l'obiettivo e' aumentare in fretta il PIL. Uno degli aspetti della moneta fiscale che al momento mi lascia perplesso e' che - a quanto ho capito - dovrebbe rendere piu' competitive le imprese sul mercato estero e per questa via aumentare il PIL. Io ritengo che sia invece importante puntare sul rilancio del mercato interno. Per farlo, sarebbe necessario escogitare meccanismi in base ai quali fornitori di beni e servizi siano incentivati ad accettare la nuova moneta. Esempio: un asilo (meglio se pubblico) gia' in funzione viene ampliato per accogliere altri x bambini. La retta dell'asilo si puo' pagare con nuova moneta. Un certo numero y di personale addizionale dell'asilo viene assunto per poter gestire le nuove classi, ma questo personale viene remunerato almeno in parte (quanta parte, sara' da valutare) con nuova moneta. Un nuovo servizio di trasporto dei bambini da casa all'asilo viene introdotto. Il veicolo (possibilmente non fatto in Germania) viene acquistato solo se il venditore accetta in pagamento (parziale?) la nuova moneta. L'autista viene assunto solo se accetta in pagamento (parziale?) la nuova moneta. Eccetera. Bisognerebbe escogitare soluzioni di questo tipo a mio parere, al fine di espandere nell'immediato la produzione ed il reddito nazionali, specialmente per prodotti e servizi necessari o addirittura essenziali, in modo che il consumo di questi prodotti e servizi trovi minore ostacolo nell'iniziale scetticismo all'uso della nuova moneta che sicuramente sarebbe presente.

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    1. Chiarisco: PUO' essere utilizzata subito per comprare beni e servizi, mentre l'utilizzabilità per ridurre pagamenti d'imposte è differita nel tempo (per evitare di creare deficit in euro nei primi anni del programma).

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    2. Quanto al "rendere più competitive le imprese sul mercato estero e per questa via aumentare il PIL": solo nella misura necessaria per non disperdere in incrementi delle importazioni nette una parte dell'effetto espansivo del maggior potere d'acquisto interno. In altri termini: incremento di domanda, occupazione e PIL a saldi commerciali invariati.

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    3. Si, mi era chiaro che puo' essere utilizzata subito, su base volontaria, per il pagamento. Quello che mi premeva sottolineare era che a mio parere sarebbe utile incentivarne o quasi "forzarne" l'utilizzo per il pagamento di beni e servizi di nuova produzione/erogazione.
      Approfitto per sollevare un altro punto. Sarebbe opportuno valutare se la nuova moneta possa essere introdotta su base locale, per esempio regionale. Questo perche' temo che a livello nazionale potrebbe mancare la coesione politica necessaria per un progetto di questo tipo, cosi' come manca per la soluzione migliore di tutte ovvero l'uscita dall'eurozona. A livello regionale invece, il Veneto e la Lombardia che hanno velleita' autonomiste e sono governate dalla Lega (decisamente il partito piu' anti-euro in circolazione) potebbero attuare un progetto di questo tipo in piena coerenza con le proprie ambizioni.
      A questo proposito Borghi ha di recente sollevato dubbi di carattere giuridico in quanto la nuova moneta potrebbe essere in contrasto con i trattati europei. Da una mia rapida lettura del trattato di Maastricht mi pare che invece il contrasto non ci sia, purche' la nuova moneta non si presenti in formato di banconote (ovvero solo moneta elettronica) cosa perfettamente possibile.

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    4. Sulla moneta locale ho / abbiamo ragionato parecchio, il problema è che non si riesce a ottenere un granché da una moneta a base fiscale, per due motivi principali (1) il gettito realmente gestito a livello di ente pubblico territoriale è solo una piccola frazione di quello complessivo e (2) le interazioni tra normative locali e leggi statali sono tali per cui un comune o anche una regione non può, di fatto, procedere su base autonoma. Forse (lo si sta approfondendo) possono fare eccezione le regioni a statuto speciale, soprattutto la Sicilia la cui autonomia legislativa-fiscale è particolarmente accentuata.

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    5. Riguardo alle obiezioni di Borghi sono d'accordo, il trattato di Maastricht dà problemi solo riguardo alle emissioni di monete cartacee o metalliche - non di moneta elettronica.

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