sabato 21 ottobre 2017

Quelli che “ma i CCF vanno iscritti al passivo”

Obiezione che spesso e volentieri mi viene rivolta: come fai a dire che i CCF non sono debiti ? non vanno iscritti come passività nel bilancio pubblico ? ma Cattaneo, le conosci la contabilità e la partita doppia ???

Beh con la partita doppia, scusate l’immodestia, penso di cavarmela in modo passabile o anche qualcosa di più.

E approfondendo il tema, ci si imbatte ad esempio in questo articolo, che, alla luce dei principi contabili internazionali (IFRS 15 e IAS 18) dice tra le altre cose, nell’esempio 1, quanto segue:

“Buoni sconto: immaginate di gestire un e-shop che vende libri.
Per sostenere le vostre vendite, spedite un buono sconto di 5 euro che i vostri clienti possono utilizzare per ogni acquisto superiore a 100 euro.
Come dovreste contabilizzare il buono sconto ?
In questo particolare esempio, non dovete effettuare alcun accantonamento nei vostri libri contabili nel momento in cui il buono sconto viene distribuito.
Perché ?
Perché non c’è evento passato.
Ricordate, un cliente dovrà effettuare un acquisto superiore a 100 euro e solo in quel momento scatterà l’impegno a riconoscere uno sconto di 5 euro.
Dovrete, invece, semplicemente riconoscere un ricavo al netto dello sconto quando il buono sconto viene utilizzato”.

Si tratta esattamente della stessa logica che deve essere applicata ai non-payable tax credits (categoria che comprende i CCF) sulla base dei principi contabili Eurostat: i CCF non sono debiti, ma titoli che incorporano il diritto del titolare a vedersi riconoscere uno sconto fiscale, al verificarsi di condizioni predeterminate (decorrenza di un periodo di tempo prestabilito dall’emissione, e presentazione del titolo da parte di un soggetto d’imposta). In quel momento si misurerà l’effettivo gettito fiscale conseguito dalla pubblica amministrazione.

Questa è la situazione a stretto rigore di principi contabili. Bisogna comunque aggiungere che quand’anche i CCF fossero esposti come passività nel bilancio statale, esistono molte altre poste contabili che pur essendo inserite dal lato del passivo di uno stato patrimoniale (pubblico o privato) non sono debiti finanziari.

Due esempi particolarmente significativi:

Il capitale sociale di una società per azioni va al passivo dello stato patrimoniale. Perché mai è una passività ? perché a fronte dell’esistenza del capitale sociale, la società assume impegni nei confronti dei suoi azionisti: in particolare, l’impegno alla distribuzione dei dividendi secondo regole prestabilite, e al rimborso del capitale nell’evento di una liquidazione.

Questo rende il capitale sociale un debito ? evidentemente no, e tantomeno un debito finanziario.

Altro esempio: uno stato che emette la propria moneta nazionale (o la fa emettere a una banca centrale appartenente alla pubblica amministrazione statale).

La moneta in circolazione sarà registrata al passivo nello stato patrimoniale consolidato dello stato in questione. Va al passivo perché sussiste un impegno (liability): la moneta ha corso legale nello territorio dello stato, e tra le altre cose tutte le obbligazioni d’imposta, e anzi le obbligazioni finanziarie di qualsiasi natura nei confronti del settore pubblico, si estinguono utilizzando quella moneta. Il settore pubblico è obbligato ad accettarla.

Lo stato che emette moneta assume quindi un impegno, e lo registra contabilmente al passivo. Ma quell’impegno non è un debito, né tantomeno un debito finanziario. E’ un impegno di accettazione, non di rimborso / pagamento.

I CCF, quand’anche venissero esposti contabilmente come passività (cosa che – come ci fa sapere Eurostat - NON deve essere fatta) non sarebbero, e non sono, una componente del debito pubblico.


26 commenti:

  1. Perdoni la domanda un po' fuori argomento ma è da un po' che me lo chiedo:
    il denaro scritturale che creano le banche quando fanno prestiti va all'attivo nel bilancio o sbaglio? è un passivo per chi deve rimborsare il prestito, ma per la banca è un attivo che verrà azzerato quando il cliente lo rimborsa con gli interessi.
    Dal punto di vista legale è un sistema che ha creato molti problemi finora non crede? Non si capisce (o meglio si capisce dati gli interessi e guadagni) perchè solo le banche commerciali possano creare moneta (non fiat-legale come quella della BC) e non lo Stato.
    Lei ritiene che andrebbe modificato? (poi ovviamente so che prima di tutto ci deve essere una BC sotto controllo del Tesoro emittente una moneta sovrana)

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    1. Certo, credo che lo Stato debba riappropriarsi della facoltà di emettere moneta. Quanto alle banche, però, le cose stanno diversamente: quando erogano un finanziamento creano contemporaneamente un attivo (il loro credito verso il cliente finanziato) e un passivo (il deposito del cliente). Se il cliente vuole prelevare, la banca deve GIA' DISPORRE della moneta o ottenerla dalla Banca Centrale. Il creatore della moneta è, e rimane, la BC. Ci sono cascato anch'io per un po' di tempo... ma le cose stanno come spiegato in questo post.

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    2. Con la massima stima per lei dottor Cattaneo, ma questo non e' assolutamente corretto.

      Le banche commerciali creano la stragrande maggioranza della moneta in circolazione indipendentemente dalla precedente creazione di questa moneta da parte di una banca centrale. Cio' e' ampiamente documentato per esempio nel citato paper della Bank of England o in questo testo di cui consiglio molto vivamente la lettura
      https://www.goodreads.com/book/show/13144133-where-does-money-come-from

      Con riferimento al post del 29 Settembre 2014, si' e' vero nel momento in cui il cliente richiede il pagamento del denaro messo a disposizione dalla banca nel nuovo deposito, la banca deve trasferire il denaro nella maggior parte dei casi non come contante ma con un trasferimento per esempio ad un'altra banca. Guardiamo meglio al "Caso utilizzo di un deposito: la banca aveva già questa moneta, l’aveva depositata altrove e si limita a prelevarla." E dove l'aveva depositata questa moneta la banca? Tipicamente presso un'altra banca. E da dove arrivava questo deposito? Tipicamente da un pagamento effettuato dall'altra banca a fronte di un suo cliente che aveva richiesto tale pagamento a fronte di un nuovo deposito/prestito appena creato dalla seconda banca. Ovverosia entriamo in un circolo, giudicate voi se virtuoso o vizioso.

      In sostanza la grandissima parte dei pagamenti che le banche si scambiano si compensano tra di loro ed e' proprio questa compensazione che permette alle banche di creare abbondantemente moneta senza bisogno di ricorrere alla banca centrale. Solo per il piccolo ammontare netto residuo e' necessario utilizzare il contante o la moneta elettronica della banca centrale. I sistemi di compensazione dei pagamenti come per esempio l'ormai famoso Target, servono precisamente a questo, compensare i pagamenti tra banche partecipanti e saldare il piccolo residuo con le banche centrali nazionali.

      Guardare al caso del singolo deposito/prestito senza considerare i miliardi di pagamenti che ogni giorno avvengono tra banche e che per lo piu' si compensano tra loro non e' appropriato e di fatto nasconde la realta' del meccanismo di creazione monetaria.

      Esiste una proposta - in Svizzera, tramite referendum - per rendere effettivamente la creazione di denaro impossibile per le banche commerciali. Cio' richiederebbe che dal lato del passivo le banche non registrassero piu' depositi verso i prorpi clienti, ma prestiti della banca centrale. Si veda in proposito questo documento a pagina 10. Naturalmente questo rappresenterebbe una rivoluzione, a mio parere utilissima, ma e' ben diverso da cio' che accade oggi.
      https://www.vollgeld-initiative.ch/fa/img/English/2017_05_02_Referendum_on_Sovereign_Money_in_Switzerland.pdf

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    3. "La grandissima parte dei pagamenti che le banche si scambiano si compensano tra di loro ed e' proprio questa compensazione che permette alle banche di creare abbondantemente moneta senza bisogno di ricorrere alla banca centrale": questa è la situazione consueta, certo, ma le compensazioni non sono nient'altro che scambi di depositi, che costituiscono - SEMPRE - crediti dei clienti verso il sistema bancario NEL SUO COMPLESSO.

      NORMALMENTE il deposito presso una banca è considerato, a tutti gli effetti pratici, denaro contante, ma questo avviene in quanto i depositanti fanno affidamento sulla solvibilità delle banche del sistema: e l'unica garanzia assoluta di solvibilità è l'accesso al rifinanziamento presso la Banca Centrale. QUESTO prova che l'unico creatore di moneta legale è la Banca Centrale stessa.

      Un'evidenza di come stanno le cose l'ha fornita la Grecia nel giugno 2015: nel momento in cui la BCE ha interrotto l'incremento delle linee di rifinanziamento - l'ELA (Emergency Liquidity Assistance) - i depositi sono diventati fortemente insicuri, e nessuno si sarebbe sognato di considerarli equivalenti a denaro contante.

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    4. Il fatto che le banche commerciali possano rifinanziarsi presso la banca centrale per l'ammontare residuo dei pagamenti scambiati e' senz'altro fonte di fiducia nel sistema bancario dei pagamenti, verissimo; ma cio' non prova che tutta la moneta provenga dalla banca centrale stessa. In che modo lo proverebbe? Semmai conferma che le banche commerciali abbiano bisogno di ricorrere alla moneta della banca centrale solo per un piccolo ammontare residuo dei vari pagamenti effettuati. La banche centrali non garantiscono, come e' noto, la totalita' dei depositi. Solo se lo facessero potremmo dire che tutta la moneta bancaria proviene di fatto dalla banca centrale.

      Concordo sul fatto che la facolta' di rifinanziarsi determini una grossa parte della fiducia riposta nella moneta creata dalle banche da parte di chi la accetta in pagamento. Proprio in forza di questa enorme fiducia, le banche commerciali creano moneta.

      Di fatto chiunque, anche un singolo individuo, puo' creare moneta purche' riesca ad ispirare sufficiente fiducia in colui che la accetta. Le cambiali erano forse moneta creata dalla banca centrale? Il circuito Sardex non crea forse moneta ogni volta che effettua l'affidamento di un nuovo membro del circuito? E le varie crypto-currency? Con una frazione di bitcoin o un Sardex o magari con una vecchia cambiale mi posso/potevo tranquillamente comprare beni ben reali e tangibili, ma di certo nessuno di questi strumenti monetari e' emesso o garantito da una banca centrale. Ma si tratta di moneta a tutti gli effetti pratici, cosi' come lo e' quella creata dalle banche commerciali, in quantita' molto superiori alla moneta creata dalla banca centrale. Ad ulteriore riprova ci si puo' riferire alle definizioni dei vari aggregati monetari M0, M1, M2 eccetera, che non avrebbero senso di esistere se tutta la moneta fosse creata dalla sola banca centrale.

      Potremmo forse entrare nel campo dell'analisi giuridica di cosa rappresenti moneta a corso legale cioe' moneta che deve essere accettata obbligatoriamente e non volontariamente. Ma si tratta di un'altra questione rispetto al fatto che le banche commerciali creino o meno moneta.

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    5. "Potremmo forse entrare nel campo dell'analisi giuridica di cosa rappresenti moneta a corso legale cioé moneta che deve essere accettata obbligatoriamente e non volontariamente. Ma si tratta di un'altra questione rispetto al fatto che le banche commerciali creino o meno moneta."

      Ma infatti quello a cui mi riferivo nella mia risposta è la moneta LEGALE, quella ad accettazione obbligatoria. Tutto il resto è credito: comprese le cambiali e il Sardex, certamente. Credito a cui può essere associato un titolo negoziabile e circolante, che può essere altamente affidabile oppure no, ma non è moneta legale APPUNTO perché non è sostenuto dalla garanzia dell'istituto di emissione.

      Le banche commerciale possono creare crediti verso se stesse, lei e io pure: chiunque può farlo. Ma la moneta legale è un'altra faccenda.

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    6. A me non pare che ci sia una grande differenza tra la moneta a corso legale (che nell'Eurozona credo sia rappresentata esclusivamente dalle banconote e monete in euro) e la moneta non a corso legale che lei mi pare abbia ora chiamato "credito", cosi' come la chiama spesso "credito" Antonino Galloni nei suoi ottimi interventi, e che io preferisco continuare a chiamare "moneta".

      Nella vita quotidiana la differenza e' a dir poco labile, tranne nelle situazioni limite tipo crisi dell'intero sistema bancario come il citato caso greco. Nel normale svolgimento dell'attivita' economica le banconote a corso legale e la moneta/credito non a corso legale sono di fatto identiche, per come e' strutturato il sistema dei pagamenti attualmente. Quindi occorre riconoscere che le banche commerciali possono creare abbondantemente la moneta/credito, indipendentemente da quante banconote a corso legale la banca centrale metta in circolazione. O in altre parole la moneta/credito non proviene dalla banca centrale se non in minima parte. Mi scuso se insisto su questo punto ma a mio parere si tratta di un elemento veramente cruciale per il funzionamento delle nostre societa' e occorre ben comprenderlo e valutarne una riforma profonda alla stregua del menzionato referendum svizzero.

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    7. "Nella vita quotidiana la differenza e' a dir poco labile, tranne nelle situazioni limite tipo crisi dell'intero sistema bancario come il citato caso greco": come si diceva, la differenza è inesistente salvo quando il sistema va sotto stress. A quel punto diventa VITALE...

      "Quindi occorre riconoscere che le banche commerciali possono creare abbondantemente la moneta/credito, indipendentemente da quante banconote a corso legale la banca centrale metta in circolazione": le banche commerciali, così come chiunque, creano CREDITO. L'accesso al rifinanziamento della BC trasforma il credito in MONETA LEGALE. Il che equivale a dire che l'unica fonte di moneta legale è la BC.

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    8. Si può chiamarlo credito se lo si desidera, ma per tutti noi il saldo del nostro conto corrente bancario è moneta, anche se l'abbiamo presa in prestito dalla banca. Quindi io la chiamo moneta, e non è solo una questione semantica. Il credito bancario è moneta, la concessione di un prestito o anche il semplice affidamento è creazione di moneta. Le note di banco emesse in Gran Bretagna o negli Stati Uniti prima ancora che le rispettive banche centrali esistessero erano moneta e la banca centrale nemmeno c'era, quindi come si fa a dire che tutta la moneta viene dalla banca centrale?
      Tra l'altro - su questo non sono del tutto sicuro - ma non mi risulta che la moneta bancaria si trasformi mai in moneta a corso legale perché l'unica fattispecie di moneta legal tender credo siano le banconote e le monete metalliche, in base ai trattati e regolamenti UE. Queste si, possono essere stampate e coniate solo dalle banche centrali. Per esempio le riserve presso la banca centrale non credo siano moneta a corso legale ed è proprio l'accesso a tali riserve che rende le banche commerciali affidabili.

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    9. Si’ ma siamo sempre al punto che i depositi presso le banche commerciali circolano come mezzi di pagamento ma solo in funzione di un’accettazione fiduciaria - così come può circolare una cambiale che emetto io - non di una disposizione di legge che obbliga all’accettazione. Per questo dico che non si tratta di Moneta LEGALE. Mentre le riserve presso le banche centrali sono moneta legale: la banca commerciale depositante le può prelevare - anche in forma di monete e banconote, nella misura in cui lo desidera.

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    10. Quanto alla moneta emessa prima che le banche centrali esistessero, l’emittente era direttamente lo Stato, o istituzioni private a cui lo Stato aveva delegato la facoltà di emissione (quindi agivano in pratica come banche centrali).

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    11. Salve ho letto oggi su twitter una discussione circa moneta endogena ed esogena. Alcuni sostengono che la prima sia quella creata dalla BC, mentre altri dicono il contrario. Qual è la definizione corretta?

      Grazie

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    12. No, il contrario, nel senso che la moneta endogena è quella prodotta dall'attività creditizia. Fermo restando quanto dicevo prima: la moneta prodotta dalle banche non è moneta legale, la rende tale la garanzia prestata dalla BC.

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    13. Perfetto! Infatti anche la mmt sostiene che sia endogena la moneta-credito. Cmq alla fine sono distinzioni per accademici. Quello che conta è capire, come lei sostiene da anni, che lo Stato può e DEVE crearne a sufficienza nei limiti, dell'inflazione benefica, per far funzionare il circuito dell'economia reale.

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  2. Ho letto il post. Se ho capito bene l'unica Moneta nuova al Netto quindi la crea la BC.
    Quello che non mi è ben chiaro è: la Moneta bancaria è debito o no?

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    1. I depositi presso una banca sono debito della banca medesima. Il depositante è il creditore.

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  3. Mi verrebbe da pensare che lo sia per chi la richiede

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  4. Quanto detto vale anche per i crediti fiscali ad utilizzo immediato? Non capisco come mai Borghi nel caso dei minibot evidenzi il fatto che non sono debito perché sostituirebbero un debito già esistente. Non sarebbe comunque possibile assegnare i minibot anche a persone che non hanno debiti nei confronti dello stato? Si tratterebbe sostanzialmente di CCF in formato cartaceo e ad utilizzo immediato

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    1. Ops, intendevo crediti nei confronti dello stato, non debiti

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    2. Dipende: nel caso in cui i Minibot fossero rimborsabili entro una certa data, in caso di mancato utilizzo, si tratta di debito, ed è giusto quanto dice Borghi. Se invece non sono mai rimborsabili ma solo utilizzabili per ridurre pagamenti di tasse, al momento dell'emissione addirittura il debito diminuisce (si sostituisce un debito con un non-debito). Però in caso di utilizzo immediato viene a mancare gettito, quindi il debito torna al livello pre-emissione. Non mi è ancora chiaro quale delle due ipotesi si applica nel progetto di Borghi (lui non lo ha ancora precisato, a quanto ne so) ma il risultato finale è il medesimo.

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    3. Detto questo, è naturalmente possibile emettere Minibot non rimborsabili e utilizzabili in modo differito per scontare tasse (e allora sono in pratica CCF cartacei) e assegnarli non a chi ha crediti verso lo Stato ma a chi vogliamo.

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    4. Se fosse possibile non sarebbe preferibile rispetto all'idea di Borghi? Si avrebbe il vantaggio di poterli distribuire in maniera più ottimale e capillare, ad esempio utilizzando i CCF cartacei per pagare le integrazioni ai redditi e altre spese sociali, e quelli in formato elettronico per le opere pubbliche e il taglio di tasse alle aziende. Inoltre sarebbero effettivamente reddito aggiuntivo, quindi con moltiplicatore più alto

      Magari per quelli cartacei si può pensare ad una scadenza più breve giocando sul fatto che essendo in formato cartaceo è relativamente scomodo utilizzarli per il pagamento di tasse, e quindi alla scadenza solo una parte verrebbe usata per pagare le tasse. Però alla fine quello che interessa è che i commercianti li accettino alla pari con le banconote in euro

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    5. Sono d'accordo, bisogno ragionare sull'integrazione tra le due soluzioni. Ne parlavo anche qui.

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  5. Caro Marco leggendo questo tuo articolo mi sono imbattuto in un collegamento che riporta ad un tuo articolo datato 2014 (magari hai nel frattempo cambiato idea, magari no visto che lo riproponi) che mi ha fatto riflettere su mie elucubrazioni sulla tanto discussa “creazione della moneta da parte delle banche. che ti spiego nel dettaglio.
    Innanzitutto debbo notare che tra i sistemi, da te elencati, delle banche per disporre della moneta necessaria per effettuare prestiti manca la “famigerata” camera di compensazione luogo dove, nei fatti, le banche si scambiano il loro vantati crediti scambiando i debiti contratti con un'altra banca con i crediti vantati verso le altre banche facendo nei in sostanza ritornare a casa i debiti/crediti aperti con la propria clientela e limitando nei in buona parte la necessità di ricorrere alla moneta emessa dalla Bc “E” o meno che sia, la quale (Bce) si limita a registrare tutti questi aggiustamenti a livelo €uropeo e verso le monete aliene.
    Ma per capire cosa veramente succede bisogna tornare indietro, almeno fino alla famosa lettera di credito medicea ed anche prima. Si dice spesso “quando i banchieri si sono resi conto che i “risparmi” tendevano a rimanere nei loro forzieri per tempi lunghi e quando anche fossero in parte ritirati dal legittimo creditore ve ne erano già pronti degli altri che li sostituivano, capirono che avevano a loro disposizione una riserva enorme di moneta che gli consentiva di “prestare denaro” così guadagnando non più soltanto sull’obolo che il risparmiatore era tenuto a versare per la “protezione” dei propri averi quanto sugli interessi, ben più onerosi, sui prestiti.
    Questo processo iniziale, che io chiamo la macchina del tempo del credito bancario ha avuto, secoli dopo un grandioso upgrade paragonabile alla differenza tra il modulo Soyuz e la Enterprises.
    Con l’avvento e la capillare diffusione dei mezzi di pagamento elettronici (bancomat e carte di credito ma anche le normali transazioni elettroniche banca vs banca e gli accrediti di stipendi e comunque di qualsiasi altro pagamento verso banche) in maniera esponenziale a partire dagli anni ’70 si sono create le condizioni per utilizzare moneta prelevandola “nel” futuro” ovvero dando a tutti la possibilità di spendere oggi quello che (forse) guadagneranno domani ma sempre attraverso le banche. Da questo ne è conseguita la disgraziata progressione del rapporto tra “riserva bancaria” e capacità di credito che, mentre prima degli anni settanta era in rapporto di uno a uno, oggi , se non vado errato, vale 100/1. (la riserva obbligatoria che oggi impone la bce è l% ?)
    Questo in altre parole significa che le merci ed i servizi acquistati oggi saranno pagati con merci e servizi offerti (forse) domani o fra un anno o fra venti come nel caso di un mutuo ipotecario….
    Come descritto però in uno dei tanti paradossi del “bosone di higgs” potrebbe accadere che il proiettile impazzito viaggiando più veloce del tempo su di una traiettoria circolare distrugga la macchina stessa che lo ha sparato prima che essa lo abbia sparato….
    In altre parole le banche creano si moneta ma, come egregiamente spiegato da Luciano Gallino, è una moneta “falsa” ( Gallino dice “vuota”) dietro la quale non vi è il Lavoro e i suoi legittimi derivati che sono le merci ed i servizi. Una volta si accusavano le banche di essere degli “strozzini legalizzati” oggi andrebbero più propriamente definite “falsari legalizzati”

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    1. Tutto quanto dici riconduce al concetto che le banche non creano moneta legale ma debiti nei loro confronti. Se erogo un finanziamento, chi prende a prestito aumenta i suoi depositi. Poi preleva e li spende, ma questo significa semplicemente che il deposito viene trasferito a qualcun altro (il venditore dell'immobile se il finanziamento è un mutuo casa, per esempio).

      Anche tu e io possiamo creare debiti nei nostri confronti. Emettiamo un pagherò, e se qualcuno lo accetta in pagamento, bene. L'accettabilità del deposito bancario chiaramente e più alta di quella dei nostri pagherò, ma il motivo è che si parte dall'assunto che esista una banca centrale che rifornirà di moneta LEGALE la banca se questa non riesce a procurarsela altrimenti.

      Se il rifornimento di moneta legale si blocca, le banche chiudono: vedi Grecia a giugno 2015...

      Per questo sostengo - e non ho cambiato idea - che l'unico creatore di moneta legale è la banca centrale. In condizioni normali, è un dettaglio irrilevante. Ma se la garanzia della BC viene meno, si scopre che non è irrilevante affatto...

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