martedì 11 novembre 2014

La proposta AfD per lo scioglimento dell’Eurozona


Chi segue questo blog sa che ho spesso parlato di Alternative fuer Deutschland (vedi quiqui e qui). AfD viene accreditato, in Germania, di un consenso elettorale ormai saldamente superiore al 10%.

Il suo principale esponente, Bernd Lucke, è un economista. Non conosco in dettaglio le posizioni di AfD su temi diversi dall’eurocrisi, quali l’immigrazione o la politica internazionale. Ma riguardo alla situazione dell’Eurozona, ho sempre avuto l’opinione che il loro approccio sia corretto ed equilibrato: l’obiettivo che si propongono – presa atto della totale insostenibilità e insensatezza dell’attuale situazione – è uno scioglimento ordinato.

Qui di seguito trovate la traduzione (dall'inglese, il mio tedesco è alquanto limitato…) delle proposte di AfD, in forma di domande e risposte. Non tutti i passaggi tecnici sono chiarissimi. Il modello proposto comunque è l’introduzione di una moneta parallela che sostituisce gradualmente l’euro, e da questo punto di vista ci sono quindi analogie con il progetto CCF. Diversamente che per i CCF, si fa leva, tuttavia, non sul fatto che la nuova moneta nazionale derivi il suo valore dall’accettazione da parte dello stato (principalmente per pagare tasse) ma che venga imposto per legge che una percentuale (crescente nel tempo) delle transazioni domestiche debba essere effettuata nella nuova moneta nazionale.

Di primo acchito, e riservandomi approfondimenti, mi pare che rispetto alla Riforma Morbida raggiunga alcuni degli stessi obiettivi (evitare una spaccatura improvvisa e molto difficile da gestire, non ridenominare i conti bancari). Comporta però una riduzione di valore di stipendi e salari, e in generale dei contratti domestici in essere. Questo potrebbe essere percepito negativamente dall’opinione pubblica in sede di discussione della proposta. E’ corretta, peraltro, l’affermazione (risposte 9 e 10) che questo sarà un problema, in pratica, di impatto modesto, perché l’effetto inflattivo sarà molto inferiore all’ammontare della svalutazione.

Sempre a un primo esame, la proposta AfD non mi pare tener conto del fatto che il rilancio delle economie dei paesi che escono dall’eurosistema richiede non solo una (peraltro graduale, secondo quando ipotizzato) svalutazione, ma anche e soprattutto un rilancio della domanda mediante deficit spending. Quindi questi paesi devono utilizzare la nuova moneta nazionale (o debito emesso nella nuova moneta e garantito dalla banca centrale nazionale) anche per aumentare la spesa pubblica e/o per ridurre le tasse. Emettere moneta nazionale interamente coperta da euro, come ipotizzato al punto 5, non è – di conseguenza - sufficiente.

Continuo, comunque, a valutare molto positivamente il fatto che esista, in Germania, una forza politica di peso rilevante (e crescente) che ha l’obiettivo dichiarato di superare l’attuale eurosistema, e che si propone di trovare soluzioni cooperative e consensuali.

 

D1. AfD propone di sciogliere l’Eurozona. Non è pericoloso ?

R1. No. Vogliamo attuare lo scioglimento in modo attento e organizzato, tramite un processo di transizione che durerà alcuni anni. Quello che è pericoloso è affermare che l’euro è la sola opzione e continuare come prima. Negli ultimi tre anni la crisi si è costantemente inasprita ed è ben lontana dall’essere sotto controllo. Chi rimane cieco di fronte a questo deve accettare che la crisi finirà, un giorno, in un’enorme esplosione, al confronto della quale la crisi finanziaria del 2008 apparirà un lancio di coriandoli.

 

D2. Com’è possibile sciogliere l’Eurozona in modo attento e organizzato ?

R2. Ci sono molte opzioni e non vediamo l’ora di prendere in seria considerazione qualsiasi suggerimento legittimo e di discuterlo con i partner europei. Una possibilità, per esempio, consiste nel consentire inizialmente agli stati europei meridionali di ritirarsi gradualmente dall’euro, introducendo nel frattempo una moneta nazionale a fianco dell’euro. La seconda fase comporterebbe lo scioglimento dell’area valutaria residua, in favore di monete nazionali o di aree valutarie di minore dimensione. Da qui in poi, prenderemo in considerazione la via della moneta parallela come possibile – anche se sicuramente non unico – approccio.

 

D3. Perché gli stati europei meridionali dovrebbero introdurre una propria moneta a fianco dell’euro, invece di abolirlo immediatamente ?

R3. Se l’euro è completamente abolito in un paese, tutti i risparmi e i conti correnti bancari devono essere convertiti nella nuova moneta. E’ improbabile che i cittadini di quel paese lo desiderino, in quanto riterranno (giustificatamente) l’euro una moneta di valore più stabile. Correranno quindi in banca per cercare di ritirare i loro soldi. Una crisi bancaria di questo tipo porterà il sistema bancario al collasso, in quanto le banche non sono in possesso di un ammontare di moneta neanche lontanamente vicino all’importo dei conti in essere. Per di più, i debiti esteri espressi in euro si incrementeranno drammaticamente di valore nel caso di un’improvvisa transizione alla moneta nazionale.

 

D4. Non è possibile preparare una conversione valutaria completa in segreto e attuarla di sorpresa durante un fine settimana, al fine di evitare la crisi bancaria ?

R4. In teoria sì, ma in pratica è estremamente rischioso. Una conversione monetaria deve essere preparata in anticipo e coordinata con la BCE e con i partner europei. E’ molto improbabile che una cosa del genere possa essere effettuata in segreto. Una fuga di notizie comporterebbe una crisi bancaria. E’ molto meglio informare i cittadini con chiarezza fin dall’inizio che risparmi e conti bancari non saranno toccati, in quanto l’euro manterrà corso legale.

 

D5. Come la nuova moneta entrerà in circolazione, quindi ? perché la popolazione dovrebbe usarla se l’euro continuerà ad avere corso legale ?

R5. Occorre distinguere tra pagamenti regolati in contanti e non. I pagamenti in contanti continueranno, all’inizio, a essere effettuati esclusivamente in euro. Per i pagamenti non in contanti, il governo potrà stabilire che quelli domestici siano effettuati in moneta nazionale. (Con l’eccezione, come già detto, dei ritiri di risparmi depositati in banca). Questo può essere facilmente controllato in quanto questi pagamenti transitano per il sistema bancario. Lo stato potrà inoltre stabilire che la maggioranza dei contratti domestici (per esempio i contratti di lavoro e la maggior parte delle obbligazioni contrattuali domestiche) siano denominate in moneta nazionale. Lo stato, le aziende e i privati dovranno quindi acquistare la nuova moneta (dando euro in cambio) dalla banca centrale nazionale. In questo modo la nuova moneta entra in circolazione e – cosa molto importante – è interamente coperta da euro.

 

D6. Come si viene a determinare un tasso di cambio tra euro e moneta nazionale ?

R6. In linea di principio, presso un libero mercato dei cambi. Chiunque potrà comprare e vendere la moneta nazionale al cambio corrente. Il tasso di cambio sarà controllato dalla domanda e dall’offerta. Comunque, la banca centrale nazionale potrà indirizzare il tasso di cambio come desidera, in quanto essendo la moneta nazionale (più precisamente, la sua base monetaria) totalmente coperta da euro, la banca centrale potrà comprare ogni ammontare di moneta nazionale che desideri, e quindi sostenere la moneta. In questo modo, la banca centrale potrà evitare che il prezzo di mercato della moneta nazionale si svaluti più di quanto desiderato. Questo significa che il prezzo di mercato della moneta nazionale si avvicinerà al prezzo di mercato base appropriato, lentamente e in modo controllato. Questo sistema (cosiddetto “crawling peg”, “stabilizzazione strisciante”) previene la speculazione ed eccessi irrazionali nei movimenti di mercato.

 

D7. Che cosa spinge la moneta nazionale a svalutarsi ?

R7. Ipotizziamo che la moneta nazionale sia introdotta al prezzo di un euro. Fintantoché rimane a quel livello, potremmo indifferentemente effettuare pagamenti in euro. A questo punto, però, la banca centrale aumenta l’offerta della moneta nazionale. Come risultato, il prezzo di mercato scende. C’è sempre una certa domanda per la moneta nazionale perché un determinato quantitativo è richiesto come mezzo di pagamento. Poiché la banca centrale può discrezionalmente determinare l’offerta, a fronte di quella domanda, può controllare il tasso di cambio e svalutarlo gradualmente.

 

D8. L’euro e la moneta nazionale possono essere utilizzati simultaneamente nelle transazioni ?

R8. Un sistema monetario parallelo si può sviluppare in vari modi. Una strada è stabilire che per ogni pagamento non in contante una determinata proporzione, per esempio la metà, debba essere pagata in euro, e l’altra metà in moneta nazionale. Per le transazioni non in contanti, questo è estremamente semplice da tenere sotto controllo. Se un bene ha un prezzo di 100, in una transazione non in contanti 50 dovrà sempre essere pagato in euro, e 50 in moneta nazionale (MN) – qualunque sia il cambio di mercato in quel momento. Se 50 MN varranno solo 45 euro a causa della svalutazione, il prezzo di quel bene (in euro) scenderà a 95 euro. Questo significa che i beni prodotti internamente diventeranno meno costosi. Come risultato, il paese potrà vendere di più all’estero. Le esportazioni cresceranno e la disoccupazione scenderà.

 

D9. L’incremento di offerta della moneta nazionale non causerà inflazione ?

R9. Sì, ma in modo limitato. Espressi in euro, gli imprenditori otterranno margini più bassi, e quindi ci possiamo aspettare che aumenteranno i prezzi. Comunque anche i loro costi scenderanno in quanto i salari saranno parzialmente pagati in MN, e quindi (calcolati in euro) scenderanno. Da questo punto di vista, la concorrenza mantiene bassi i prezzi. I prezzi saliranno solo nella misura in cui un imprenditore utilizza input produttivi importati. Questi diventeranno più costosi in quanto dovranno essere completamente pagati in euro. Tutto ciò significa che l’inflazione sarà inferiore all’ammontare della svalutazione e che la svalutazione potrà essere controllata dalla banca centrale nazionale.

 

D10. Gli imprenditori e i consumatori saranno quindi danneggiati dalla perdita di potere d’acquisto ?

R10. Sì, ma solo riguardo ai beni importati. Questo è desiderabile. Se i beni importati diventano più costosi, l’economia domestica ne risulta stimolata e il saldo delle partite correnti migliora. Successivamente, la banca centrale può dar luogo a ulteriori svalutazioni per rafforzare questo effetto e raggiungere il tasso di cambio “appropriato”.

 

D11. In che modo, a questo punto, un paese esce completamente dall’euro ?

R11. Dopo che il pubblico ha preso familiarità con il sistema monetario parallelo, la legge può stabilire che la proporzione di moneta nazionale in circolazione si incrementi. Per esempio, la quota di pagamenti da effettuarsi in MN per le transazioni non in contanti può essere aumentata dal 50% al 75%. In passaggi successivi, l’euro può essere totalmente rimpiazzato.

 

D12. E per quanto riguarda i pagamenti in contanti ?

R12. Nel momento in cui il pubblico ha acquisito familiarità con la MN per le transazioni non in contanti, monete e banconote in MN possono essere introdotte in circolazione. Durante la transizione, i prezzi saranno espressi sia in euro che in MN.

 

D13. Questo non produrrà la rivalutazione dei debiti in euro, creando quindi problemi ai debitori ?

R13. In primo luogo, i debiti regolati dalla legge nazionale saranno semplicemente convertiti nella nuova moneta, o nella combinazione delle due (la sola eccezione essendo i depositi bancari, che sono debiti delle banche). Rimangono i debiti esteri regolati da legge straniera, che continueranno a essere espressi in euro. Data l’esistenza di questi debiti esteri, è importante che la banca centrale nazionale svaluti la moneta nazionale solo gradualmente, evitando grossi effetti di rivalutazione dei debiti esistenti. Un certo danno per i debitori è inevitabile, ma questo riguarda comunque i debiti esteri. Quando il tasso di cambio tra due paesi si modifica, il debito totale cambia di conseguenza. E’ normale.

 

D14. Una rivalutazione, anche modesta, del debito in euro porterà però al fallimento, inevitabilmente, stati carichi di debiti come la Grecia.

R14. La Grecia è fallita ormai da diversi anni ed è mantenuta in vita esclusivamente dai contribuenti europei. Ma anche nel caso della Grecia, se l’economia riprende grazie alla svalutazione della moneta, gli incassi fiscali dello stato cresceranno, e di conseguenza la capacità dello stato di sostenere il proprio debito. Questo mitiga l’effetto della rivalutazione del debito.

 

D15. Non si creeranno “transazioni di mercato nero” a causa della creazione di un sistema monetario parallelo dove i pagamenti in contanti sono fatti in euro e quelli non in contanti (in parte) in moneta nazionale ?

R15. No, perché chiunque potrà scambiare euro e MN al cambio corrente. Piuttosto, ogni bene avrà due prezzi, uno per i pagamenti in contanti (completamente in euro) e uno per quelli non in contanti (parzialmente in euro e parzialmente in MN). Questi prezzi saranno equivalenti, dato che chiunque può convertire MN in euro. Non c’è quindi vantaggio nell’effettuare pagamenti “neri” in euro.

 

D16. Se i depositi bancari restano in euro, non ci sarà uno squilibrio finanziario per le banche ?

R16. Sì, quindi le banche dovranno ricevere appropriati diritti compensativi dalla banca centrale. Questi diritti compensativi diventano necessari solo quando la banca centrale inizia a svalutare la moneta nazionale. A questo punto la banca centrale realizza un utile, in quanto possiede euro che si rivalutano rispetto alla MN in circolazione. Questi utili possono essere utilizzati a copertura dei diritti compensativi delle banche.

 

D17. Che cosa succede dopo che i paesi europei meridionali hanno completamente abbandonato l’euro ?

R17. Dopo l’abbandono dei paesi europei meridionali, avrà già luogo una significativa riduzione delle tensioni nell’ambito dell’Eurozona. In effetti, delle maggiori tensioni, dato che anni di soppressione di rivalutazioni e svalutazioni saranno gradualmente compensati. Tanto più questo avverrà, tanto più semplice sarà lo scioglimento dell’area valutaria residua. Si vedrà a quel punto se sarà suddivisa in aree più piccole (ad esempio Germania / Austria / Olanda e Francia / Belgio) o se i singoli paesi torneranno alle loro monete nazionali. Alla fine del processo, il marco tedesco potrebbe tornare, in effetti, a essere utilizzato.

 

D18. Non sarebbe più semplice se la Germania lasciasse direttamente l’euro ?

R18. Le soluzioni semplici non sono sempre le migliori. Un immediato ritiro della Germania dall’euro solleva notevoli problemi legali, tecnici ed economici. Realisticamente, lo scioglimento dell’euro per mezzo dell’uscita dei paesi europei meridionali e della conseguente contrazione dell’Eurozona è preferibile all’uscita della Germania. Detto questo, la graduale riduzione dell’Eurozona può raggiungere lo stadio in cui il marco tedesco viene reintrodotto in Germania.

5 commenti:

  1. è ovvio che questi vogliano liberarsi dei paesi del meridione essendo consapevoli che il sud è irrecuperabile e quindi intendano salvare l'unificazione tedesca del nord e abbandonare la parte sud di cui compreranno i gioielli del sud coi soldi del sud (leverage buy out) quando questi dovranno svalutare.

    la spiegazione economica è letteralmente infantile e sembra quasi che non siano neanche economisti questa gente. e tra l'altro ignora totalmente i mercati che oggi comandano qualunque percorso monetario e finanziario.

    assomigliano un po' a quei generali tedeschi che visto che le cose andavano male cercarono di uccidere Hitler per chiedere una resa condizionata con gli alleati e mantenere maggior terra possibile nelle mani tedesche. gli alleati (i mercati odierni) rifiutarono e rifiuteranno anche stavolta.


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    1. Mmh... fare attenzione prima di dare dell'ignorante a qualcuno.
      Per esempio: "abbandonare la parte sud di cui compreranno i gioielli del sud coi soldi del sud (leverage buy out) quando questi dovranno svalutare" dice lei. Se i paesi del sud svalutano, la loro economia riprende e il valore delle aziende locali aumenta più dell'importo della svalutazione.

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    2. ma lei dimentica un particolare. l'unica industria del sud che vale è fornitrice della germania. dopo aver indebitato lo stato (capitali dal centro verso la periferia per scardinare le leggi) è ovvio che adesso devi indebitare le imprese tue fornitirci per integrarti verticalmente (private equity). ma per entrare in italia devi eliminare gli ostacoli che impediscono questa invasione di capitali ovvero costo del lavoro e giustizia lenta che si frappongono appunto all'invasione. ma essendo voi abituati a LBO piccoli non capite gli LBO giganteschi pur avendoli sotto al naso. solo un debito comune impedirebbe alla germania di fare questo perché di fatto reinietta il surplus come trasferimento. a quel punto non è più invasione ma integrazione. e quindi sarebbe giusta.

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  2. senza euro avremmo i tassi e il costo del debito al 20%, quindi un paese del terzo mondo che soprattutto sarebbe andato in bancarotta nel 2011. Bisogna imparare dal mondo altrimenti si inseguono non le situazioni migliori, per i cittadini e le imprese, come la Germania, ma quelle peggiori come i paesi dell'Africa bianca.
    Come fa a smentirmi?
    lorenzo zanellato

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    1. Constatando che i tassi al 20% li abbiamo avuti solo durante le crisi petrolifere, periodo in cui ci sono arrivati anche Francia, USA, UK e tanti altri paesi. Dire che se non si è la Germania si è l'Africa è un assurdo. Vedi ad esempio l'analisi di cui al post del 19.5.2017 (che è incentrata sull'inflazione e non sui tassi, ma il concetto è lo stesso).

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