giovedì 23 gennaio 2014

Tutti in ripresa meno che l’Italia ?


La stampa e i talk-show “allineati”, di questi tempi, battono su un tema ricorrente. La crisi economica europea è finita, diversi paesi hanno ormai girato l’angolo. Purtroppo l’Italia è in ritardo.

Ne avevo già parlato qui con riferimento alla Spagna, ma vale la pena di allargare l’analisi, perché siamo in presenza di un caso emblematico di disinformazione economica. I paesi che hanno “girato l’angolo” vengono di salito indicati essere, oltre alla Spagna, l’Irlanda e il Regno Unito.

Queste nazioni hanno effettivamente ottenuto, nel 2013, una prestazione macroeconomica migliore (sarebbe meglio dire “meno disastrosa”…) dell’Italia. Ma i migliori risultati non sono per niente riconducibili all’aver “fatto le riforme”, all’aver eseguito con maggiore efficienza e sollecitudine le prescrizioni di Bruxelles.

Affermarlo è una vera e propria mistificazione, e per rendersene conto basta osservare i dati riportati qui di seguito.

 



 

Deficit pubblico / PIL

 

Variaz. PIL

tot 2011-3

media

2013

reale 2013

Regno Unito

21,8%

7,3%

6,1%

1,4%

Irlanda

28,3%

9,4%

7,6%

0,6%

Spagna

27,1%

9,0%

6,7%

-1,3%

Media RU / Irl / Spa

25,7%

8,6%

6,8%

0,2%

Italia

 

9,8%

3,3%

3,2%

-1,8%

 

Sono le stime più recenti elaborate dal Fondo Monetario Internazionale, e il dato 2013 potrebbe a consuntivo variare di qualche decimale (il deficit / PIL italiano per esempio era ancora dato due decimi sopra la fatidica soglia del 3%, che dovrebbe invece essere stata centrata – con immani sforzi, decisamente degni di miglior causa). Ma nulla cambia ai fini di quanto segue.

Il PIL reale italiano nel 2013 si è contratto dell’1,8%; la Spagna è scesa di meno e l’Irlanda e il Regno Unito hanno addirittura registrato un segno positivo.

Ma questa differenza di prestazione è totalmente riconducibile al fatto che questi paesi hanno stimolato le loro economie con deficit pubblici ben più alti rispetto a quanto è stato consentito all’Italia.

Ragionando per praticità sulle medie aritmetiche, il deficit pubblico italiano 2013 (3,2%) è stato, in percentuale del PIL, pari a meno della metà rispetto alla media dei tre “paesi virtuosi” (6,8%).

E questa non è neanche una situazione episodica. Il deficit pubblico / PIL cumulato del triennio 2011-2013 è stato contenuto sotto il 10% (poco più del 3% annuo) in Italia, contro quasi il 22% (oltre il 7% medio) nel Regno Unito e il 27-28% (9% medio o più) in Irlanda e in Spagna.

Quanto incidono sul PIL 3,6 punti di maggior deficit annuo ? un’ipotesi cautelativa è che avrebbero generato maggior PIL in proporzione 1:1. Cautelativa perché, in situazioni di domanda depressa come l’attuale, lo stimolo che i deficit producono sul PIL è più che proporzionale (maggior domanda implica maggior reddito e produzione, maggiore occupazione, ulteriore feedback positivo sulla domanda eccetera). E, inoltre, il maggior PIL implica maggiori entrate fiscali che compensano in parte il maggior deficit.

E’ vero, d’altra parte, che la maggiore domanda interna a parità di condizioni tende ad aumentare l’import, “limando” il beneficio sulla produzione interna e sul PIL. Qui peraltro si sarebbe potuto facilmente parare il colpo destinando una parte del maggior deficit alla riduzione delle imposte sui costi di lavoro (quindi del cuneo fiscale). Ottenendo tra l’altro un parziale, ma significativo riallineamento della competitività italiana rispetto a quella nordeuropea (tedesca in particolare), secondo lo schema noto a chi ha esaminato il progetto CCF.

Rimaniamo comunque con la semplice, ma plausibile e anzi prudenziale, ipotesi di maggior deficit = maggior PIL in proporzione 1:1.

Rispetto a questi dati 2013 (pressoché finali) per l’Italia:

 


PIL

 

1.557

Variazione PIL reale

-1,8%

Deficit pubblico

50

Deficit / PIL

 

3,2%

Debito pubblico

2.031

Debito / PIL

 

130,4%

 

avremmo invece una situazione di questo tipo:

 


PIL

 

1.617

Variazione PIL reale

2,0%

Deficit pubblico

110

Deficit / PIL

 

6,8%

Debito pubblico

2.091

Debito / PIL

 

129,3%

 

Un +2% di PIL reale rispetto al 2012, dato significativamente migliore rispetto ai tre paesi “virtuosi”, che hanno “svoltato l’angolo”, che hanno “fatto le riforme”…

Ma deficit più alti non sono stati consentiti all’Italia, perché (si dice) il maggior livello di debito pubblico “non lo consente”.

Bene, grazie al più alto livello del denominatore, anche il rapporto debito pubblico / PIL sarebbe stato migliore (più basso).

L’Italia è “in ritardo” ? l’Italia è il paese che con enorme scrupolo e diligenza ha seguito, e continua a seguire, le istruzioni dell’Unione Europea.

Problema: le istruzioni sono sbagliate

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